venerdì 13 giugno 2008

a volte è soltanto un mondo acquoso

Al di là di un grosso fastidio che ha rovinato la domenica, la piazza, sotto il violento acquazzone, era stata finalmente restituita ai suoi antichi fasti di pietra, e tutto fa pensare che quella fosse la vera piazza, è un’ ipotesi. E tutti chiusi, incanalati sotto i portici veneziani o ingabbiati nei locali al buio, mai così buio alle cinque di sera. Finalmente qualcosa che non si è scelto, qualcosa che se ne fotte e se ne ride della beata libertà civile, tutti dentro, ammassati, schiamazzanti maiali fradici della stessa sozzura che poco prima avevamo vomitato nell’aria. In queste situazioni d’emergenza l’odore del sesso si mescola con l’elettricità nell’aria, d’altra parte siamo bestie e abbiamo bisogno di calore, di mescolarci, di avvinghiarci, per paura che l’acqua ci trascini via. In fin dei conti non c’è nulla di più eccitante dell’incombente, di ciò che sta avvenendo, così, se prude il cazzo, questo va preso come un segno profetico. E poi, un’erezione nata sotto l’auspicio del “già e non ancora” ha di sicuro un futuro lontano che ci oltrepasserà.


Ho confuso le magliette bagnate delle ragazzine con le etichette dei vini in vetrina, stavo per chiedere una D. & G. con capezzolo perforante, fradicio, bagnato, umido, acquoso (acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, ho bisogno di qualcosa di grosso che mi esca dalla bocca, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, qualcosa che mi attraversi tutto, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, come fai ad amare l’apprendistato d’incoscienza? acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, fottimi, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, ho un carisma circolare, dal buco del culo fin dentro all’uretra ci sono solo io, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, forse dovresti solo noleggiarmi, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso), ma per fortuna sono riuscito a riprendermi in tempo e a sterzare vigorosamente verso un Felluga del 2003, senza capezzolo perforante.


Ho bevuto un secondo Felluga guardando i capezzoli che entravano nel bar, comparandoli tra loro, editandoli, bagnandoli nel vino, un po’ come quando si inzuppano i crostini o dei grossi grissini. E mi sarebbe piaciuto dire: “buonasera, come va? Dottor Livingstone, i suppose?”, al capezzolo bagnato, umido, acquoso (acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, per tre euro cedo tutto, per due me lo riprendo, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, pignorami in ogni caso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso).

Poi, al secondo bar della via crucis enoica, un Bonarda, uno, alla volta, e, mentre dal portico del bar, riparati dal diluvio in corso, guardavamo un aereo lontano che girava in tondo, come un disegno che alimentava eroticamente le nostre più funeste ipotesi (o fantasie?), avvenne un incidente, un frontale discreto. -“Cosa è successo?”- chiese la padrona del bar e noi -“ma nulla, stavamo guardando un aereo che forse stava precipitando mentre sotto di noi (sotto? Si sotto? Sulla strada, sotto qualsiasi “noi” possibile nulla ci avrebbe realmente toccato) due auto si sono scontrate”-. E allora sono arrivati vigili, carri attrezzi, ambulanza, cose da poco però, l’autista di una delle due auto coinvolte era tutto bagnato, umido, acquoso (acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, se vengo ora poi mi metto a dormire, lo sai, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, resisti nel momento della profezia e saremo eterni, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, acquoso, quanto dista? acquoso, acquoso, acquoso) e gente in strada, bagnata, umida, acquosa (acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, che ore sono? acquosa, acquosa, acquosa, acquosa, acquosa). Anche Dostoevskij si eccitava a queste cose, lo so, l’ha scritto. La macchina distrutta e sollevata dal camion dell’ACI stuzzicò i nostri sessi e guardandoci l’un l’altro, maschi e femmine, scoprivamo l’amore universale. Poi iniziò la partita Milan – Juventus, doveva accadere prima o poi, ma questo era scritto.

1 commento:

Radaaria ha detto...

il blog di Blue è tornato... e s'è fatto serio (ma più acquoso)